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ANIME&CORE

Focus sul cinema d’animazione dell’Estremo Oriente

Questo post qua sul sito è per dire che tra le cose che si fanno tutti gli anni a Cortisonici c’è il Focus.
Che è un momento che non ha a che fare con il concorso, quello dei cortometraggi, ha a che fare con qualcosa che, ci sembra, sta dentro al mondo del Cinema. Come il genere horror, per esempio, che l’anno scorso il Focus era su quello. O il cinema di menare, quello dei cazzotti alla Bud Spencer e dei calci alla Van Damme. Che sono cose che, magari non sembra, ma fanno la loro strada. Che forse uno se le ricorda fatte in un certo modo, con certo ritmo e un certo tipo di storie e di modi per raccontare quelle storie, ma poi, invece, ad avere il tempo di fermarsi un attimo e di andare a vedere da vicino, è facile che scopri che sono diventate un’altra cosa. E allora poi quello che ti viene da dire è Ma dai? Ma con un sorriso, se si capisce cosa vogliamo dire.

Ecco, uno di questi pezzi qua, ci sembra, è il cinema di animazione che arriva dall’estremo oriente. Giappone, Corea e Cina, per capirci. Quel cinema lì. Quest’anno il Focus volevamo farlo su quello. Poi, insomma, quest’anno è stato un anno un po’ così, che di cose ne son successe. E allora abbiamo dovuto cambiare un po’ tutto, anche le date e il posto dove facciamo il Festival, non sono gli stessi degli altri anni. Abbiamo anche dovuto tagliare qualcosa, finire un po’ prima. E anche il focus, abbiamo capito che non potevamo più farlo come ce l’avevamo in testa. Così abbiamo fatto una scelta e abbiamo scelto il Giappone.

Probabilmente c’entra con il fatto che con quel tipo di animazione, da un certo punto in poi, ci siam cresciuti un po’ tutti. Chi lo sa, forse è per quello. Eppure, per rimanere dentro quel discorso lì della strada fatta e dello stupore, quando ci siamo messi a guardare, abbiamo trovato un modo di fare cinema che non ci aspettavamo. Anche se adesso di animazione giapponese se ne vede tanta anche nei cinema.

Così martedì 26 agosto, alle 21:30, Cortisonici inizierà con The night is short, walk on girl (2017) di Maasaki Yuasa. Un film che è girato con una libertà, di sguardo, di movimento, di narrazione che non è facile da trovare, e che sembra quella dei sogni, in un certo senso. È un film che non è mai stato distribuito in Italia. E avere la possibilità di vederlo, finalmente, su un grande schermo e dentro la cornice di un festival, ecco, ci sembra una cosa bella.

E poi dopo, fino a mezzanotte, cortometraggi. Sempre di animazione e sempre giapponesi. Per chi vuole rimanere fino a quando si può e per chi vuole farsi un’idea. Perché in una sera, cosa vuoi, un percorso compiuto, come si dice in questi casi qua, non si riesce mica a fare. Puoi giusto prendere qualcosa che sia bello e farlo vedere. Qualcosa che poi dopo, se non si lì quella sera lì, chi lo sa se lo rivedi da qualche altra parte.

Matteo Angaroni