Torna la storica e imprescindibile sezione notturna INFERNO, dedicata alle visioni più difettose, scorrette, estreme: appuntamento con il cinema più divergente fissato venerdì 6 aprile dalle ore 23 presso le Cantine Coopuf.

INFERNO CORTISONICI2018

In una “sera de note, do gobeti”, protagonisti di una vecchia canzone popolare veneta, “se dava le bote”. Il motivo della loro colluttazione notturna pare provenisse dalla visita di numerose osterie donde i due amici uscirono “’mbriaghi de sgnapa e de mosto“. Forse i due gobbetti avevano ecceduto con vino e grappette, per mettere a repentaglio la loro decennale amicizia con botte da orbi… ops… da gobbi. La storia, però, ci dice che i due tornassero presto amici, quella notte stessa, per bere un ultimo bicchiere di quello buono. L’Inferno, come ogni anno, tenta di indagare in cosa abbiano ecceduto gli spericolati autori dei corti più dissacranti, inappropriati, ineducati, disarcionati che possiate immaginare. L’occasione di tale indagine sarà molto probabilmente foriera di colluttazioni ed intemperanze più o meno degne di un’osteria. Quel che è certo è che all’INFERNO possono volare insulti, “parole da ciodi, cadreghe sul muso”, ma in fondo l’amicizia è alla base del cinema infernale e, sappiamo già tutti che si finirà “in quel buso dove si beve un biccer de quel bon”.

I FILM ALL’INFERNO

Frenesi click 
Quando le cose “proibite” ci tieni tanto a farle vedere e ti inventi la maniera che te lo permetta senza incorrere in censure. Scene hard avvolte da una calda “lanuggine”, ma senza lasciare nulla all’immaginazione. Al grido di “Free the nipple”, noi lanciamo il “knit porn”.

Infernum 
La più tipica delle pellicole di cui si nutre il nostro dopofestival. A poco vale anticiparne la trama, se non preannunciando la presenza di tanta pelletteria trash; e se non avete ancora capito nulla siete sulla buona strada.

No grites 
Un bar dai frequentatori abituali alquanto inusuali, una giovane barista alle prime armi che pagherà cara la sua inesperienza. Quando i clienti ti fanno la mano morta perché una viva non ce l’hanno.

Sette miliardi di zero 
Narrazione surreale e poetica della vita, della contemporaneità e dei nostri tempi moderni, esposta da un personaggio uno e trino, un po’ ultrà, un po’ fascio, un po’ Franco Battiato.

31 
Non cercate di dare un senso a ciò che vedrete, credo non fosse neanche nelle intenzioni del regista. Comunque c’è un tizio dentro una gabbia, un vecchietto buffo quanto inquietante ed una bambina tanto carina che carina non è.

Ultima uella 
Questo è un horror, il più classico degli horror, uno di quelli veri che ti fanno venire la strizza che poi non dormi la notte. Non veniteci a dire che non vi avevamo avvertiti, d’altronde un corto “de paura” non poteva mancare nemmeno quest’anno.