[:it]Cortisonici quest’anno non si farà. Non ci sono le condizioni minime per continuare. Il festival non ha mai avuto bisogno di molte risorse, all’infuori di qualche buona idea e dell’entusiasmo dei suoi tantissimi volontari: si è sempre fatto con poche migliaia di euro, ma quest’anno anche il “minimo sindacale” sembra irraggiungibile. Inutile ogni accanimento terapeutico: è anzitutto per rispetto del pubblico, dei tanti volontari, della fatica e della bellezza di quello che abbiamo fatto finora che bisogna dire basta. Non potremmo sopportare – e non sarebbe giusto infliggere ai tanti che lo amano – un festival che si affievolisce, che perde vitalità, che muore d’inedia. L’avventura finisce dopo aver ospitato a Varese registi da tutto il mondo e dopo aver accompagnato un giovane autore, vincitore della prima, sperimentalissima edizione di Cortisonici, alla Mostra del Cinema di Venezia. Per dire.

Faremo altre cose. In dieci anni, il gruppo di persone che ha dato vita al festival ha saputo rinnovarsi,coinvolgere energie nuove, fare rete, crescere e strutturarsi: l’associazione continuerà a pensare iniziative, i gruppi di lavoro – dagli “infernali” alla squadra di Cortisonici Ragazzi, dai fanatici del focus ai festaioli – sforneranno come sempre idee e proveranno a dare gambe ai progetti. Ma il festival, la cinque-giorni-aciclo-continuo con gli ospiti, i corti, le giurie, i workshop, le nottate infernali, la musica; quello no, non si fa più.

Non è (solo) un problema di soldi. La disponibilità economica è una conseguenza: chi crede in un progetto mette a disposizione – anche – dei soldi. Ma a credere nel progetto, oltre ai 6000 spettatori che ogni anno partecipano, sembra siamo rimasti in pochi. Non ci sono gli sponsor privati, che non hanno mai creduto molto al progetto, ad eccezione di Coop Lombardia. Non ci sono gli enti locali che, dalla Provincia alla Regione, hanno sempre dato vaghi segni di interessamento e altalenanti sostegni concreti.

Prima di dire basta, ci abbiamo provato un’altra volta. La scorsa primavera abbiamo pensato a un contenitore nuovo, che non fosse più nemmeno il nostro festival, ma che diventasse il festival di Varese, dove far convergere le tante iniziative legate al cinema della città. Abbiamo pensato a come fare squadra con altre associazioni e professionisti, a come fare meglio tutti insieme un festival del cinema giovane, come si fa a Giffoni o a Bellinzona. Abbiamo scritto un progetto. Ne abbiamo parlato in giro. L’abbiamo presentato al Comune di Varese che non ha ancora risposto. Il progetto rimane nel cassetto, pronto adesser scongelato insieme al nostro entusiasmo.

Grazie a chi c’è stato fin qui. Ogni anno, quando sul catalogo c’era da ricontrollare l’elenco dei ringraziamenti, finiva sempre che mancava qualcuno. Anche a catalogo ormai stampato, qualcuno saltava su: “Ma Tizio, non l’abbiamo messo? Mi ha prestato il furgone per portare…”. Ecco. A chi ci ha prestato il furgone, a chi ci ha stampato le locandine di notte, a chi ha fatto i sottotitoli a forza di caffè e sigarette… Ci sono troppe persone da ringraziare per questi anni, l’elenco sarebbe lunghissimo. Ci salva il fatto che sono le stesse persone che ci saranno anche nei prossimi anni: le ringrazieremo ancora tante volte, di persona, per le mille cose che faremo ancora insieme.

Ci vedremo alla prossima iniziativa targata Associazione Cortisonici. Sarà qualcosa di diverso, qualcosa di bizzarro, qualcosa di notturno, divergente e contagioso come i 10 anni che abbiamo condiviso con voi. Abbiamo voglia quanto voi di sederci ancora, birretta in mano, a guardare del buon cinema. Che sia in una cantina, in un teatro o in una piazza come sempre a noi non importa un granché.

Associazione Cortisonici[:]